timidi virgulti che osano sfidare le intemperie e,
baciati dal vento,
si rafforzano e diventano giovani,
splendide piante.
Solo chi custodisce nel proprio cuore
la visione di un bosco,
di un giardino,
di un’aiuola fiorita,
di un orto,
può con coraggio e un po’ di sana follia,
spargere semi di luce, perpetuando,
giorno dopo giorno,
stagione
dopo stagione,
quei gesti, così semplici ma anche faticosi,
indispensabili per poter preservare
quella scintilla di vita
che è attesa e cura
di un prodigio in perenne,
incessante divenire.
Soggetto ai più imponderabili dei fattori,
che possono abbattersi con inaudita violenza,
il prodigio può registrare cruente battute d’arresto
ma, tutto ciò che cade, che è lacerato dalle ferite,
pian piano guarisce, rinasce a nuova vita:
il cuore della natura riprende a battere,
scandendo il suo tempo in sintonia
con il flusso della rigenerante linfa vitale.
“L’uomo che piantava gli alberi”, è un libro
pieno di grazia e di piccole, preziose gemme
di saggezza, rugiada e balsamo per chi sa
apprezzare il tempo scandito dal silenzio,
dall’umiltà, nell’armonia della lentezza,
della semina e della cura.
Elzéard Bouffier ha dedicato la sua intera
esistenza, dopo la morte della moglie e del suo
unico figlio, a spargere semi in una landa arida
e desolata.
Lo ha fatto senza alcun tornaconto, nella
generosità estrema di un uomo che dove c’era
devastazione e morte, ha fatto fiorire la vita.
“Solo chi ha scavato la terra per porne una radice o la sua speranza può aver scritto questo libro. Siamo davvero in attesa che arrivino un bel po’ di Elzéard Bouffier reali. Prima che per il mondo sia troppo tardi.” José Saramago
Consentitemi solo un’ultima riflessione:
Jean Giono, l’autore, ha esaltato “la grandezza
d’animo e d’accanimento nella generosità del vecchio
contadino, senza cultura, che ha saputo portare
a buon fine un’opera degna di Dio”.
Io ritengo sia stato non solo “un atleta di Dio”,
ma un poeta contadino, portatore sano di quella
Cultura che è sguardo sapiente, che sa riconoscere
l’Infinito e lo fa sbocciare nelle piccole cose.
Vi abbraccio con l’augurio che ciascuno di noi,
possa divenire un piccolo, intrepido, coraggioso
Elzéard Bouffier, che possa portare il suo piccolo
cambiamento nel mondo, con ostinazione e
gentilezza.
PS: Le illustrazioni di Tullio Pericoli nel testo edito
dalla Salani, sono semplicemente incantevoli.
Dopo aver letto il testo di Jean Giono, illuminato
in ogni sua pagina da piccoli schizzi dell’artista…
la storia viene nuovamente narrata attraverso
una carrellata di opere artistiche,
un silent book, davvero straordinario,
che si può apprezzare con gli occhi del cuore.
Io sono rimasta incantata dall’albero di Van Gogh!